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Filippo Guastella in alto ed alcuni
momenti della performance

 

 
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di Enrico Venturini

FILIPPO GUASTELLA, fratello del più famoso Cosmo (filosofo) e conosciuto da tutti come “Don Fifì”, nasce a Misilmeri da Vincenzo e da  Marianna Piazza il 4 agosto 1862. Consegue la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Palermo. A Misilmeri è medico curante delle suore del Collegio di Maria ed esercita la professione di Medico Condotto e successivamente quella di Ufficiale Sanitario. E’ sua un’ampia relazione su “Il Colera in Misilmeri nel 1911” pubblicata a Palermo nel 1912, che contiene la più antica pianta topografica di Misilmeri, divisa in “Sestrieri” (quartieri), di cui si conserva una copia nell’archivio della Chiesa Madre di Misilmeri. Don Filippo Guastella sposa donna Marianna Landolina ed abitano a Misilmeri in c.so 4 Aprile al civ.41: dal matrimonio nascono due figlie Ninfa e Marianna. Profondamente impegnato nel sociale, riscuote grande successo in ogni campo della vita cittadina. In tutte le elezioni politiche del periodo è sempre eletto consigliere comunale e riceve alti riconoscimenti da parte dello Stato: nel 1923 dopo essere stato nominato con Regio Decreto prima Cavaliere e poi Cavaliere Ufficiale della Corona d’Italia, diventa Commendatore della Corona d’Italia e per circa quattro anni è componente della Commissione Reale per la Provincia di Palermo. Don Fifì si dedica agli importanti problemi della Misilmeri di allora: nel 1904 fa parte, con i suoi fratelli, del “Circolo Elettorale Unione”. Tra gli scopi statutari del circolo “…. quello di creare un risveglio economico-morale nel nostro Paese … per risollevarlo una buona volta dallo stato anormale in cui oggi vive.”. Nell’aprile del 1907 fonda e dirige per trenta anni la “Cooperativa Agricola di Misilmeri”, contribuendo a migliorare le condizioni economico-sociali dei contadini in un momento in cui domina l’usura e lo strozzinaggio; propone la fondazione di una Cantina Sociale; è presente nel comitato per dotare di luce elettrica Misilmeri mentre è sindaco il fratello Vincenzo Guastella J. Per sua iniziativa si costituisce un comitato, di cui egli è presidente, per innalzare il monumento ai Caduti della 1ª Guerra Mondiale. Il progetto è affidato allo scultore Antonio Ugo e all'ing. Giovanni Raccuglia. Il monumento collocato in piazza è tra i primi in Italia ad essere dedicato ai Caduti della Grande Guerra. Sarà inaugurato il 10 aprile 1921.

Aderisce al Fascismo e fonda nel 1924 il  “Fascio di Combattimento di Misilmeri” di cui è il primo segretario politico; nello stesso anno dà vita al “Circolo di Cultura.” A lui si devono la  lapide che commemora il Comitato Centrale dell’Isola nel 1860, in piazza Comitato, e quella a ricordo del soggiorno di Garibaldi in casa Gucciardi, c.so 4 Aprile n.18, nel 1860 e nel 1862. Negli ultimi anni della sua vita si trasferisce a Palermo in via Onorato, 34, dove il 22 luglio 1934 muore; è seppellito nel cimitero di S. Orsola a Palermo nella tomba di famiglia.

Oggi il Comm. dott. Filippo Guastella si ricorda soprattutto come letterato ed esperto dantista. Traduce infatti la Divina Commedia in versi siciliani: l’opera riceve il premio del ministero della Pubblica Istruzione. Don Fifì impiega 20 anni, dal 1903 al 1923, per completare il suo capolavoro, rispettando cantiche, canti, terzine ed endecasillabi del capolavoro dantesco. L’opera è pubblicata per i tipi dello Stab. Lito-Tipografico A. Di Carlo e C. Editori Palermo nel 1923.

E’ legittimo chiedersi, dopo avere raccontato le instancabili attività dell’illustre compaesano, dove egli abbia trovato il tempo per cimentarsi in un opera letteraria di così grande prestigio: ce lo dice egli nella dedica dell'opera: “Alle mie figlie Mannina e Ninfa dedico questo lavoro lieta occupazione delle lunghe sere invernali a cui attorno al focolare domestico parteciparono perché si ricordino della vita semplice onesta ed operosa del padre dedita alle cure della famiglia al culto dei grandi.

La sera del 12 ottobre 1923, in una delle sale del Comune di Misilmeri, il commendatore Guastella legge l’undicesimo e il ventiduesimo canto dell’Inferno, alla presenza delle autorità Civili, Militari ed Ecclesiastiche, interrotto da fragorosi e prolungati applausi, così come riportato dal Giornale di Sicilia del 18-19 ottobre 1923.

Grandi critici ed intellettuali hanno ammirato l’uomo e la sua opera dipingendone i tratti essenziali in maniera mirabile. Qui ci piace riportarne due tra tutti: “Il suo lavoro, che è sempre condotto con gusto sagace, in alcuni luoghi riesce veramente mirabile per la sicura evidenza con cui Ella è riuscita a rendere nella lingua di Meli la bellezza di Dante” Giovanni Alfredo Cesareo. “L’arte poetica del Guastella si rivela magnifica nell’uso del verso siciliano, che acquista, a seconda della espressione che deve rendere, preziosa di concetti, modulazioni musicali, splendori di immagini che elevano il nostro dialetto, ad una vera dignità di lingua ed ad una capacità espressiva che non ha esempi da Meli in poi, emulando sovente questo maestro eccelso del verso siculo.” Vittorio Emanuele Orlando.

L’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Salvatore Badami, avvalendosi della collaborazione dell’Associazione Nexus di Paolo Bono, il 28 dicembre 2007, presso la sede centrale della Scuola Media Cosmo Guastella, ha onorato il Commendatore dottore Filippo Guastella realizzando uno spettacolo di Teatro-Danza-Contemporaneo, con la lettura di alcuni canti della Divina Commedia in dialetto siciliano, accompagnati da brani accuratamente scelti dal repertorio musicale moderno. Lo spettacolo è stato ripetuto con enorme successo il 25 gennaio 2008 per i ragazzi della scuola media promuovendo così l’obiettivo di avvicinare i giovani alla Divina Commedia, di valorizzare la lingua siciliana, di rinverdire l’orgoglio di essere figli di  Misilmeri.